Fury

Data attività: 
Mercoledì 21 Marzo 2018
Organizzatore: 
Daniele M.
Tipo: 
Cinema

Fury

Un film di David Ayer. Con Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña, Jon Bernthal.
Jason Isaacs, Scott Eastwood, Jim Parrack, Brad William Henke, Jonathan Bailey, Branko Tomovic, Marek Oravec, James Henri, Laurence Spellman, Kevin Vance, Adam Ganne, Sam Allen, Anamaria Marinca
Titolo originale Fury. Azione, durata 134 min. - USA 2014.

Germania, aprile 1945. La guerra sembra non finire mai per il sergente Don Collier, sopravvissuto al deserto africano e alle spiagge della Normandia. Leader carismatico di un manipolo di soldati di diversa estrazione e diverso carattere, Don è inviato in missione dietro le linee nemiche e dentro un tank Sherman. Perduto in uno scontro a fuoco il loro tiratore, reclutano Norman Ellison, un giovane soldato a disagio con la guerra e la violenza. Ribattezzato dalla sua squadra Wardaddy, Don si prende cura come un padre del ragazzo, che inizia ai rudimenti della guerra con metodi poco ortodossi. Avanzare contro il nemico, abbatterlo e sopravvivergli favorisce la confidenza e il cameratismo tra gli uomini di Don, che impavidi hanno deciso di seguirlo in un'ultima impresa contro trecento soldati tedeschi. Un'ultima linea armata prima della libertà e della pace.
A partire dagli anni Ottanta, Hollywood ha smesso di rappresentare la Seconda Guerra Mondiale in maniera asettica, precipitando il conflitto nell'orrore e mettendolo in scena come uno spettacolo dell'orrore. Per prendere la misura di questa evoluzione basti confrontare Il grande uno rosso di Samuel Fuller con Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg. Se Fuller temperava la violenza convinto che fosse semplicemente impossibile restituire sullo schermo la realtà del combattimento, Spielberg abbandona cadaveri sviscerati sulle spiagge della Normandia e traduce l'intensità di quella violenza. L'autore rivendica una volontà di realismo e traspone visualmente l'incubo della guerra, ricreando sulla spiaggia 'traslocata' di Omaha Beach quello che i veterani avevano visto e vissuto.
Fury, film bellico di David Ayer, prosegue l'estetica del soldato Ryan e si ritaglia un posto nel genere. Non tanto e non solo perché il suo regista, ex marine, ha esperienza diretta della materia, ma per l'impianto drammaturgico singolare, articolato in un interno (il carro) e in una relazione corpo-macchina. In Fury, come Lebanon, film israeliano di Samuel Maoz, non si scende (quasi) mai dal carro armato. Costruito sulla dialettica dentro-fuori, fuori c'è la Storia, dentro la storia, fuori l'azione, dentro la reazione, fuori il proiettile esploso, dentro il rinculo, Fury avanza interrogandosi sulla guerra e sul rapporto che il singolo soldato intrattiene con l'oscenità del conflitto. E qui si esauriscono le corrispondenze tra due film che contemplano esterni e implicazioni ideologiche radicalmente differenti. Se il fuori di Maoz era la Guerra del Libano (1982) 'costretta' in un tank-nazione e invasore, il fuori di Ayer è la Seconda Guerra Mondiale, l'ultima a dimensione mitologica, quella della lotta tra bene e male, che non smette di affascinare Hollywood.
Pur insistendo sulla necessità del vedere, Ayer non sembra ossessionato dalla materialità del combattimento, a interessarlo è l'unità protagonista. Comprendere il funzionamento di un'unità di carristi permette al regista di misurare la dimensione industriale della guerra. Nel 1945 la vita media di un uomo in un tank era di sei settimane, al termine delle quali si moriva straziati dal fuoco nemico, al termine delle quali, ancora, proprio come farà la recluta di Logan Lerman, era necessario ripulire il carro dal sangue, la carne, i brandelli e i frammenti di vita, prima di riempirlo di nuovo con altre vite. Uomini e biografie stipate e lanciate contro le linee tedesche, che resistevano ostinate e fameliche fino alla fine dei loro giorni.
Tra il superbo orizzonte del principio e il tank carico di morte, che l'ascensione della camera trasforma nell'epilogo in un occhio ciclopico ficcato in un crocevia disseminato di morti, si muove un film che conquista terreno al genere bellico e un carro che è rifugio, cuore e tomba di soldati condannati al martirio. A guidare la riflessione di Ayer sullo stato di guerra, sullo stato di tutte le guerre, c'è il sergente di Brad Pitt, massiccio, laconico e (in)gloriosamente bastardo dentro un cingolato, dietro alle cicatrici e il taglio barocco pettinato con rigore marziale e brillantina grassa.

Titolo originale Fury
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2014
Durata 134 min
Rapporto 2,35:1
Genere guerra, drammatico, azione
Regia David Ayer
Soggetto David Ayer
Sceneggiatura David Ayer
Produttore David Ayer, Bill Block, John Lesher, Ethan Smith
Produttore esecutivo Brad Pitt, Anton Lessine, Sasha Shapiro, Ben Waisbren
Casa di produzione Le Grisbi Productions, Huayi Brothers Media, QED International, LStar Capital, Crave Films
Distribuzione (Italia) Lucky Red Distribuzione
Fotografia Roman Vasyanov
Montaggio Jay Cassidy, Dody Dorn
Effetti speciali Genevieve Bevan-John, Christopher Brennan, Gareth Jolly, Craig Leong, Dan MacIntyre, Ceri Nicholls, Neil Toddy Todd, George Waite
Musiche Steven Price
Scenografia Andrew Menzies
Costumi Anna B. Sheppard
Trucco Robb Crafer, Jo Grover, Uxue Laguardia, Adrian Rigby, Malwina Suwinska, Chiara Ugolini
Interpreti e personaggi

Brad Pitt: sergente Don "Wardaddy" Collier
Shia LaBeouf: Boyd "Bibbia" Swan
Logan Lerman: Norman "Macchina" Ellison
Michael Peña: caporale Trini "Gordo" Garcia
Jon Bernthal: soldato Grady "Coon-Ass" Travis
Jim Parrack: sergente Binkowski
Jason Isaacs: capitano Waggoner
Xavier Samuel: sottotenente Parker
Brad William Henke: sergente Davis
Kevin Vance: sergente Peterson
Scott Eastwood: sergente Miles
Alicia von Rittberg: Emma
Anamaria Marinca: Irma
Stella Stocker: Edith

Doppiatori italiani

Sandro Acerbo: sergente Don "Wardaddy" Collier
Davide Perino: Boyd "Bibbia" Swan
Manuel Meli: Norman "Macchina" Ellison
Nanni Baldini: caporale Trini "Gordo" Garcia
Giorgio Borghetti: soldato Grady "Coon-Ass" Travis
Andrea Lavagnino: sergente Binkowski
Paolo Marchese: capitano Waggoner
Francesco Pezzulli: sottotenente Parker
Roberto Draghetti: sergente Davis
Carlo Scipioni: sergente Peterson
Gabriele Lopez: sergente Miles

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Spettatori presenti: 27

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